Il mistero della bellezza nei gioielli di Regina Gambatesa
Percorrendo la via del gioiello, al limite tra la vita e la ricerca, Regina incontra Paolo Trizio della storica famiglia di gioiellieri. Si trasferisce a Bari e dalla fine degli anni ’70 prende avvio la progettazione di alcune sue collezioni a tiratura limitata nell’ambito della gioielleria Enrico Trizio. Nello stesso periodo, cura la collaborazione tra il famoso designer di gioielli Giancarlo Montebello e la gioielleria Enrico Trizio. Nel capoluogo pugliese inizia a frequentare Speciale, uno spazio di esplorazione di un nuovo modo di intendere l’architettura e il design - un’ alternativa rispetto all’impostazione razionalista - frequentato dai suoi più importanti sostenitori del movimento radicale, come ad esempio Alessandro Mendini. In questo periodo vedono la luce le tre icone gioiello che rappresentano la visione creativa di Regina Gambatesa: la Mente planetaria, il ciondolo Reliquia e gli orecchini Ogiva.
Successivamente inizia ad approfondire le dinamiche dell’immaginazione, inizialmente attraverso la pratica di una tecnica di danza libera in cui il corpo diviene segno vivente di una elaborazione interiore. Partecipa, inoltre, a seminari volti all’esperienza e allo studio degli stati modificati di coscienza quali fasi determinanti del processo creativo che le permetteranno in seguito di strutturare un “Laboratorio creativo sull’ornamento” per studenti interessati a modalità di apprendimento legati ad input sensoriali. La sua opera viene raccontata nel libro “Codice sentimentale” del 1998 realizzato insieme alla critica d’arte Francesca Alfano Miglietti. L’anno successivo il marchio Regina Gambatesa trova casa nell’atelier laboratorio di via Roberto da Bari 107, luogo emotivo nel centro della città. Oggi il suo lavoro rappresenta un marchio noto al pubblico che si può trovare all’interno della gioielleria Enrico Trizio 1868 spazio espositivo e creativo dove poter vivere sulla propria pelle il mistero della bellezza secondo una delle più iconiche designer di gioielli contemporanee.
Come rinomata designer di gioielli, Regina Gambatesa ha partecipato alle più importanti mostre del design, tra cui “Il mondo speciale” (Groninger Meseum Groninger), “Il design delle donne” (Museo di arredo contemporaneo, Ravenna), “Mestieri d’Autore” (Palazzo Comunale, Siena), “Riti lontani della casa” (Museo Alchimia,Milano ) “Rebus sic-Contenitori di memoria” (Centro Studi Alessi , Milano), e al Pad Paris. Inoltre i suoi gioielli e ornamenti sono stati pubblicati in vari volume (Mondadori, Electa, Ed.Byblos).
Gioielli come Ornamenti del sentire
Dalla celebrazione del mistero della bellezza nascono gli Ornamenti del Sentire, oggetti rituali che riflettono la filosofia di jewellery design di Regina Gambatesa.
Una progettazione etica come stadio finale di una lunghissima ricerca alle radici dell’immaginazione, giunta oggi a noi nell’identificazione di tre linee di alta gioielleria più alcune serie di gioielli esclusivi. Se nel caos primordiale l’immagine di uno spermatozoo arriva a infondere la rivoluzione del logos, ecco che prende forma il suo anello Serpente ormai segno inconfondibile del marchio Regina Gambatesa declinato nella Collezione Serpente. Il regno naturale è fonte di un’ispirazione prolifica, cristallizata nei gioielli delicati della collezione natura. Quando poi l’autrice si rivolge all’universo e a tutte le sue leggi, ecco che esso si dispiega attraverso gli anelli e le collane della collezione Mandala.
“Il mio lavoro continua a fondere tradizione, creatività e riflessione interiore". Regina Gambatesa
Ciondolo Reliquia
Prendo un pugno di terra.
Lo racchiudo in una piccola urna di cristallo.
Diventa una reliquia preziosa come una gemma.
Fisso con lo sguardo la reliquia, ritorna il mito.
La contemplazione di questo mito è la mia preghiera.
Spirito oro e cristalli sono gli elementi che la manifestano.
In seguito al disastro di Cernobyl, 1986 (R.G.)
Mente Planetaria
"Tutto questo il bambino vorrebbe possederlo, vorrebbe prenderlo tra le dita, egli sa che questa meraviglia, se fosse portata al dito come un anello, girando semplicemente il castone, lo renderebbe padrone di poteri magici, aprirebbe muri, scoprirebbe tesori svelerebbe misteri, leggerebbe in fondo all'anima, terrebbe nelle mani, sempre con se una fonte di raggi. (...) Ora tutto questo non è un sogno, è vero! Lo spirito che si è fatto materia tra le nostre dita, l'invisibile che si è fatto sostanza e pietra, qualcosa di così reale e così duro che resiste a tutti gli strumenti, che costituisce un campione di resistenza, esiste".
Paul Claudel
Orecchini Ogiva
Cosa si prova e essere una perla? Come ci si sente a essere una spirale d'oro?
Esiste una connessione ecosistemica tra loro e me? Tra lo e gli altri?
Se riuscissimo a essere ciò che siamo, ciò per cui siamo nati, più facilmente l'essere stesso darebbe forma al nostro esistere.
Questa certezza rinasce in me ogni volta che sperimento un nuovo progetto.
L'oro, i cristalli, le pietre preziose sono gli elementi che la manifestano.
(R.G.)